La guerra in Ucraina sta modificando lo scenario geopolitico in Europa e in tutto il resto del globo. È di alcuni giorni fa la notizia che annuncerebbe l’intenzione della Svizzera, paese storicamente neutrale, di entrare nella Nato, seguendo a ruota la probabile intenzione di altre due nazioni, anch’esse da sempre neutrali, come Svezia e Finlandia. Sembrerebbe che da un sondaggio fatto il giorno di Pasqua, il 56 per cento della popolazione svizzera chieda una maggior collaborazione con la Nato e una parte di questi (il 33 per cento) sia d’accordo per un’adesione totale all’alleanza atlantica. Sull’argomento si è espresso anche il capo dell’esercito svizzero, il quale ha affermato che se si dovesse entrare in guerra la neutralità cadrebbe e la collaborazione avverrebbe con i paesi vicini, tutti facenti parte della Nato.
La situazione dunque è molto fluida, e analizzando questi eventi si può affermare con certezza che “la morte cerebrale” della Nato, di cui parlò il Presidente francese Macron, sia reversibile (oppure sia stata solo apparente) in quanto i parametri vitali sono in netto miglioramento. La Russia, dal canto suo non vuole sentire ragioni e sta entrando nella fase decisiva della guerra con la conquista di Mariupol nel sud dell’Ucraina, città strategica che si connette con una parte del Donbass dove ci si aspetta la prossima feroce battaglia. Oltretutto Mariupol si affaccia sul Mar d’Azov che apre al corridoio del Mar Nero.
L’obiettivo è chiaro: riaffermare la propria sfera d’influenza nella parte orientale del continente europeo. Nel frattempo l’Europa, invece di prendersi la scena giocando la carta diplomatica per riportare la pace, si fa trasportare da quella che è la pericolosa linea atlantista (invio di armi e munizione in Ucraina, sanzioni alla Russia e allargamento della sfera d’influenza USA), confermando di fatto la sua disarmante inesistenza sul piano politico e geopolitico.
Da osservare anche il ruolo della Turchia paese che fa parte dell’Alleanza Atlantica ma che nel contempo ha ottimi rapporti con il Cremlino. Inizialmente ha invitato Russia e Ucraina a Istanbul per un tentativo di mediazione (ruolo che ribadiamo avrebbe dovuto prendersi l’Europa) e oggi dichiara che l’intenzione di alcuni paesi dell’Alleanza è quella di un lungo conflitto per indebolire Mosca. A che gioco sta giocando la Turchia? Quello che si evince, in primo luogo, è appunto la sconfitta dell’Europa incapace di giocare un ruolo storico importante, la quale oltretutto pagherà le conseguenze del conflitto.
In secondo luogo risulta chiaro che, gli Stati Uniti d’America (da sempre al comando della Nato) e la Russia su sponde opposte, stiano ridefinendo i loro confini di dominio sul suolo europeo che verranno sanciti alla fine di questo conflitto, come avvenne alla fine della Seconda Guerra Mondiale con la conferenza di Jalta.
Andrea Folicaldi
27.04.2022