Ven. Ott 4th, 2024

Un detto cinese recita: “Non chiedere al passero come vola un’aquila”.

Si è avviata alla conclusione la calda estate 2022 e se l’estate che fu bella, narrava di una verginità difesa durante un passaggio cruciale come può essere il transito da adolescenza a maturità, la nostra recente estate, enumera ancora una volta i passaggi procedurali appuntati in una sacra agenda che di maturità negativa abbonda e di verginità difetta. Ho inteso scomodare Cesare da Santo Stefano Belbo, provincia di Cuneo, per tre motivi, il primo personale: mi piace, il secondo universale: voler narrare, attività ben conosciuta dagli Umani, il terzo storico culturale, calzante per un’Italia smarrita e dunque un’Europa perduta è perfetto nell’analogia: la festa è finita da un pezzo, della gioia comunitaria del festeggiare rimangono mulinelli di carta straccia, sudiciume esteso ed il grigio silenzio della mancanza, nonostante il baccano di un narrare alieno al cuore ed alla mente.

Un evento di fine estate, il vertice OCS (Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai – SCO per l’acronimo anglofono) di Samarcanda tanto mitica quanto reale città uzbeka. Un evento di inizio autunno, quello delle foglie cadenti, le elezioni per il rinnovo del parlamento, italiano, italiano? Forse della capitale? Forse degli addetti? Il parlamento dell’apparato boeme, convenzionale e morto, tragicamente scomparso nel trash televisivo e social a seguito della banalizzazione salottiera, meglio nota come svolta della sinistra italiana, ai posteri come neocom, adorato figlioccio dei neocon. Si cela una citazione di un vecchio saggio, immortale, che non si nomina per non destare la sempre vigile attenzione dei custodi. Più si gioca più si impara il videogioco.

Per quanto possano sembrare scollegati i due eventi, entrambi evocativi, suggeriscono delle considerazioni conseguenziali. Il ciclo del caldo termina per cedere spazio e passo a quello del freddo e prima della fine del ciclo del caldo, si celebra l’incontro dei 15 presidenti di quello che, con nota e libera voce, la stampa nazionale ed internazionale, definisce “l’altro mondo”, saranno forse demoni, ombre, spiriti, a meno che l’alterità non definisca, in base a parametri puramente umani, differenze di razza, religione, cultura oppure politiche e di visione del mondo. A sentire le dichiarazioni dei presidenti convenuti nel crocevia della seta, pare che la definizione sia esattamente applicabile proprio alla visione del mondo ma sarà veramente così?

La guerra ha molte facce, quella convenzionale, i visi vivi o morti dei soldati e quelle non puramente convenzionali, la guerra attraverso i sistemi informatici, la guerra con la propaganda mediatica, la guerra con l’uso delle sanzioni, la guerra delle alleanze commerciali e monetarie. A Samarcanda si è svolta l’adunata, ennesima adunata, di quest’ultima guerra, gli “altromondisti”, che alla fine contano poco meno della metà della popolazione mondiale ed il 30% della produzione globale, tra sorrisi e calorose strette di mano ribadiscono la loro potenza e futura leadership in ciò che definiscono mondo multipolare.

La prima considerazione conseguenziale riguarda il termine: multipolare, un significante spogliato del suo significato che ricorda troppo il vituperato, violentato e malandato termine: democrazia. Se la virtuale “democrazia” vive e si nutre di una legge elettorale ad personam partito, con l’aggravante della concessione di voto agli italiani residenti all’estero, esprimibile per posta ordinaria e con schede elettorali falsificate alla fonte, la “multipolarità” si basa sull’indiscutibile potenza economica cinese, sulle sue sconfinate aree di interesse, ovvero le decine di nazioni foraggiate con casse di dobloni, i milioni e milioni di cinesi presenti in tutte le nazioni della terra (un minuto di silenzio per il florido ed invidiato comparto tessile di Prato ormai Plato), con l’aggravante di una nuova e solida alleanza con la terza roma di mosca (da comunisti si odiavano, da capitalisti si amano), la puzza di marcio si sente fino a qui e ben si mescola con la maleodorante e necrotica democrazia di stile euro-nato.

Misteriosa e carica di oscuri sottintesi fu la dichiarazione resa del Figlio del Cielo Xi Jinping. Incipit con la pletora di rituali termini come “prosperità comune”, “cooperazione vantaggiosa”, l’immancabile “sinergia” con la gemella siamese “inclusione” e l’altra coppia d’oro “equità e giustizia”, tali da far insorgere il dubbio che non fosse un piddino occhi a mandorla, magari proprio quel rottamato rottamatore, data l’assenza per servizio ai tavoli del caritatevole segretario attuale. Si sa nella narrazione ci sono elementi da non tralasciare per il successo stesso del messaggio e si sa anche che il piatto forte vada insinuato dall’aperitivo all’ammazza caffè. “ … e ci sosteniamo a vicenda nel raggiungimento della pace, della stabilità, dello sviluppo e del ringiovanimento (sic!)” ed  ancora: “dovremmo rafforzare gli scambi ad alto livello e la comunicazione strategica”, un esercito di giovani ben armati ed addestrati a comando centralizzato magari russo, ovvero divisioni di altromondisti dislocate nei punti nevralgici a stretto contatto con il nemico? Forse è un mio volo pindarico ma il tianxia  ha anche ribadito che: ”La mentalità della guerra fredda e la politica dei blocchi stanno riemergendo”, in sostanza atomica per tutti? Il Figlio del Cielo si scalda prima della fine del suo discorso, e racconta anche lui la ben nota favola di Bush figlio: il famigerato terrorismo. “La Cina è pronta a formare 2.000 membri per il personale delle forze dell’ordine … e stabilire una base Cina-SCO per addestrare il personale antiterrorismo in modo da migliorare il rafforzamento delle capacità per l’applicazione della legge negli stati membri della SCO.” Antiterrorismo e controllo sociale, la via della seta della unipolare multipolarità!

Confesso che faccio molta fatica a credere che dal capitalismo possa nascere qualcosa che non sia altro che frenetica tendenza al monopolio. Confesso che non credo assolutamente nei buoni sentimenti dichiarati da tutte quelle nazioni che stanno distruggendo il concetto di cosa pubblica perché troppo scomoda alla supremazia del dominio assoluto del privato anche se si chiamano ancora Repubblica Popolare Cinese. Non credo nemmeno nella millantata ricerca della Pace, non esiste pace nel capitalismo, la competizione è obbligo intrinseco, le alleanze sono limitate al perdurare di un mero opportunismo profittevole, la amicizie brevi e minate dalla competizione, tutto senza il minimo ricordo di una bella estate, un amore breve ma intenso, iconico passaggio soleggiato da maturità a maturità.

Nella geopolitica termica, si dice ora ciò che la neve terrà celato fino alla prossima primavera. L’imperatore e lo zar hanno dichiarato il loro intento, per nulla dissimile a quello del loro nemico numero uno, lo zio Sam. Ricorda molto gli “schieramenti opposti” del nostro ridotto parlamento. Micro macro, macro micro, considerazione conseguenziale a sciogli lingua e se gli analisti competenti, dalle pagine del Global Times, figlio geopolitico del Quotidiano del Popolo, attore principale della narrativa del PCC, sanciscono la chiusura definitiva dei paradigmi eurocentrici, il passero europeo che non può sapere come vola l’aquila cinese, lo zio americano aveva gia precedentemente avvertito che non esiste nessun piano di aiuti energetici per l’Europa, la micro Europa.

Coincidenze o affinità elettive? Qualsiasi cosa sia è evidente la mancanza di qualsiasi riconoscimento identitario, politico e di valori per tutte, tutte le nazioni d’Europa. Con la sola eccezione per la Gran Bretagna come sempre, la cui insularità la preserva dal diventare e già essere esclusivamente il campo di battaglia dello scontro mondo vs altromondo. Già nel 1919 quando le economie liberali vissero mesi di angoscia e di vera Depressione, l’Italia – grazie alla capacità economiche e sociali delle sue istituzioni e del suo popolo – seppe rispondere alle schizofrenie economiche, al crollo del grande gioco speculativo che già allora si schermava dietro la farsa degli “effetti collaterali”, con il suo, il nostro modo, i nostri costumi, con la sua, la nostra impareggiabile creatività nel rimescolare sapientemente gli ingredienti e creare una realtà totalmente nuova. Alla schizofrenia istituzionale, giuridica e culturale, al vuoto europeo, alle follie mistico imperiali, alla protervia liberista, allo sciovinismo globale è solo l’Italia che può rispondere. Noi sappiamo la risposta: “Si stabilisce pertanto che sono piú consentanee a natura quelle azioni doverose determinate dal sentimento sociale…” scrisse Cicerone (106 a.C – 43 a.C.) anche lui immortale per spirito ed intelletto, strenuo difensore della Res Pubblica ci consegna, ancora una volta, la contemporaneità dell’Unica e non replicabile Roma, paladina solitaria dell’Europa scomparsa.

Rinchiudersi nelle cattedrali ideologiche o nelle grotte dell’attesa, dunque non votare, sventolare le bandiere antagoniste o ripetere il copione battuto e ribattuto dai media, dunque votare ? Nessuna delle due è la soluzione ideale, è ritrovare la Coscienza di chi siamo l’unica soluzione, prima della prossima bella estate.

L’Evropa non esisterà fintanto che l’Italia non smetterà di vacillare sotto i colpi di una non-cultura che mai ci potrà appartenere.

 

Roberto Laficara

24.09.2022

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